Che cosa posso dire su un disastro come quello a cui stiamo assistendo da domenica?
Ovviamente niente, difficile usare la solita ironia di fronte a decine di migliaia di vittime, tuttavia posso riassumere alcune informazioni che qualcuno può trovare interessanti.
(Foto BBC, Sumatra)
Innanzitutto l’evento sismico: una cosa semplicissima, tre zolle di terra ( tre biscotti nel budino, diceva un mio amico geologo, per spiegare come si muovono) che slittano l’una sull’altra, in un angolo ben preciso questo slittamento si inceppa, non è la prima volta visto che, pochi anni fa, erano state scoperte tracce di un terremoto devastante lungo quelle stesse coste di Sumatra dove si è verificato il 26.
Si inceppa forse mezzo millennio fa, subito dopo l’altro terremoto, da allora continua a caricarsi come una molla… carica carica, a un certo punto la molla scatta… e le formichine che vivono sul biscotto, ci costruiscono case e palazzi, ci vivono vite e fanno progetti, adesso muoiono.
Consola poco pensare che, statisticamente, nessuno di noi ha la possibilità di essere ancora in vita quando si verificherà di nuovo qualcosa del genere, abbiamo comunque vissuto quando l’umanità affrontava quella che, probabilmente, sarà ricordata come la più grande sciagura di ogni tempo.
Non fraintendetemi, terremoti così ce ne sono, solo le dimensioni sono abnormi: nell’ordine di grandezza dei livelli massimi di energia che, si pensa , la terra possa sprigionare in simili eventi.
Sumatra, un’isola grande come l’Italia, si è spostata di più di 20 metri verso l’India, l’Intero pianeta è percorso da onde sismiche e di marea; lo Tsunami ha viaggiato migliaia di chilometri, venendo chiaramente percepito ( pur senza danni) sulle coste di tutti paesi del pacifico (
USA e Cile ad esempio,65 cm di marea nelle
Hawaii, quasi 15000 km), ha toccato con ondate violente tutta l’Africa Orientale da
Punt e Socotra al Capo di Buona Speranza, ha investito l’antartide e il sud dell’atlantico… l’
Himalaya si è spostata, alcuni sospettano che persino l’asse terrestre si sia spostato: quello che è certo è che in questi giorni il nostro pianeta apparirebbe, dallo spazio, come un campana che, letteralmente risuona di un unico violento rintocco, le cui onde si propagano nello spazio dove viaggeranno per milioni di anni luce.
E siate sicuri che nei prossimi due o tre anni anche il clima ne verrà influenzato (come?) a livello globale.
( Port Blair, www.and.nic.in)
Più di tutto, comunque impressiona il lato umano, purtroppo la storia ci ricorda altri eventi sismici con centomila o più vittime ( l’ultimo nel 1989, sempre verso Natale, sul Caucaso), ma qui si richia di battere ogni Record, riassumiamo brevemente i paesi colpiti e le vittime:
Sry Lanka: per ora denuncia 22000 morti, ma il governo teme di poter arrivare al doppio, circa.
Sumatra per ora conta 32000 decessi, considerato che è stata investita molto più duramente di Ceylon( 200 km dall’epicentro contro 1500) e che ha subito in pieno anche il terremoto, considerato il suo sviluppo costiero di migliaia di Km e la sua popolazione questa stima più che provvisoria appare ridicola: 60mila vittime?
India: anche qui le stime sono largamente per difetto: 12000 morti sulla terraferma ( questi non raddoppieranno: triplicheranno quadruplicheranno) e 3000 morti ( ma 30000) dispersi nelle piccole Isole Andamane e Nicobare, 350000 abitanti, prima.
Investite anche
Chennai ( Madras) e Kholkhata (
Calcutta, molto meno) città con molti milioni di abitanti.
(ibid.)
La situazione delle Andamane e Nicobare, come noterete da altri articoli, la sto seguendo in modo particolare:
Questi arcipelaghi, abitati da antiche popolazioni indigene e finora felici e integrate con la modernità di una regione da tempo aperta al turismo, si trovavano vicinissimi all’epicentro e non potevano contare su un entroterra su cui nascondersi.
I primi dati parlano di distruzioni assolute, una piccola isola delle Nicobare ha perduto oltre mille dei suoi 1500 abitanti, delle più remote non si sa nulla, potrebbero essere disabitate.
Malaysia: 56 vittime, pensano che ci crediamo?
Thailandia: 2000 vittime accertate, 6000 dispersi. In questo caso sembrano stime attendibili, c’è da sperare che il totale finale si compreso tra queste due cifre.
Myanmar: 52 morti secondo il regime, in realtà sono sicuramente migliaia, la stessa capitale Yongdon ( Rangoon) si trova sul mare e ha almeno un milione di abitanti, è a meno di mille km dall’epicentro.
Bangladesh: nessuna notizia attendibile.Sulla costa Dakha e Chittagong, con diversi milioni di abitanti ciascuna.
Maldive: forse un centinaio di morti, tanto per un paese piccolo ma se fosse stato più vicino all’epicentro, col suo metro medio sul livello del mare, sarebbe stata cancellata l’intera popolazione.
Unica fortuna in tutto questo.
Somalia: 130 morti accertati, l’agenzia Misna segnala però distruzioni in vari punti della costa.
Yemen: circa 50 pescatori morti, forse anche danni e vittime a terra ( Socotra).
Kenya: 10 vittime.
Tanzania: almeno un morto ( e siamo a 9000 Km dall’epicentro).
Danni materiali anche a
Reuniòn, Mayotte (F), Comore, Seychelles, Mauritius, Madagascar, per ora non si segnalano vittime da questi paesi ( dispersi però alcuni pescatori Malgasci).
Domenica mattina la prima cosa che ho detto quando si parlava di 2/3 mila vittime p stato “ speriamo che siano meno di 100 mila…”, insomma me l’aspettavo.
Ora però temo seriamente che possano essere molti di più, forse più del doppio, spero di sbagliarmi , ma temo di no.
In quale modo, adesso, possiamo aiutarli?
Multatuli