Sabbanotizie

Con l'aiuto di we can tell,controinformazioni e controcommenti su tutto quello che passa sotto il mio naso o sotto quello di chi scrive. A cura, si fa per dire, di Sabba Coadiuvato da Multatuli . pagina letterariaAcquelibere pagina su cantelloViviamcocantello

martedì, febbraio 24, 2004

Raiot*

Sabina Guzzanti a Varese:
Il 4 Aprile prossimo Sabina Guzzanti si esibirà in
“Raiot*”, suo ultimo spettacolo contro la censura e per la libertà di informazione.

Lo spettacolo di Varese, che si terrà al teatro di piazza della repubblica, è promosso e organizzato dall’ARCI.

Per questo il circolo Name Diffusion è in grado di fornirvi i biglietti non soltanto prima che esauriscano, ma anche prima che inizi la prevendita.

I prezzi:
primo settore intero 28 euro
primo settore ARCI 25 euro

secondo settore intero 22 euro
secondo settore ARCI 20 euro

Naturalmente potrete chiedere i biglietti direttamente a me a partire da martedì 24, chi prenota prima avrà maggiori possibilità di scelta dei posti , questo particolarmente per gruppi numerosi che desiderassero restare uniti.

Vi ricordo che può essere anche l’occasione per rinnovare o effettuare la prima volta l’iscrizione all’ARCI (10 euro, 15 per ARCI+ AGIS, 15,50 con movimento consumatori).

Mercoledì, diffonderò le informazioni più dettagliate e indicazioni per avere ulteriori
dettagli.

I miei Saluti a tutti.

Mauro Sabbadini.

Nota Tecnica

Per chi volesse inviare commenti su questo blog ci sono diverse possibilità:
la prima è scrivermi all'indirizzo indicato in più punti.

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Giornata della memoria

Giornata della memoria
altri quattro sassi


Come molti sanno è parte della tradizione ebraica deporre un sassolino o una pietra sulla tomba dei
defunti che si desidera ricordare.
Alcuni defunti non hanno una tomba e ricordarli è un dovere di chi resta, che deve cercare la forma,
il modo di rendere omaggio a uomini e donne a cui si è negata la vita e si è cercato di negare anche il ricordo.
Io non posso emendare tutta la shoà ma forse posso mettere quattro pietre, fatte solo di parole, su
altrettante tombe anonime.
Ecco i quattro nomi che voglio ricordare:
Elio Sabbadini,
Salvatore Sabbadini,
Sylva Sabbadini,
Vittoria Sabbadini.

Tutti morti ad Auschwitz, Dachau, e Buchenwald.
Non so chi fossero, quando fossero nati, e nemmeno da dove venissero, li ho trovati in un elenco di
vittime e ho deciso di ricordarli, credo che mi abbiano ricordato quanto la Shoà possa essere vicina a ciascuno di noi.

Mauro Sabbadini.
Commenti? Multatuli


martedì, febbraio 03, 2004

Iniziativa 20 Marzo

20 Marzo 2003: la guerra.

In occasione dell’anniversario dello scoppio della guerra in Iraq il circolo culturale
“Name Diffusion-ARCICantello”, aderendo alla mobilitazione nazionale organizzata a ricordo dell’evento e per sensibilizzare la pubblica opinione sui mali della guerra organizza una mostra fotografica dal titolo “Vittime di guerra: la verità”.
Il 20 marzo 2004 organizzeremo l’esposizione della mostra al pubblico nel comune di
Cantello, in seguito i materiali della mostra verranno messi a disposizione di gruppi, associazioni, cooperative o enti morali che desiderassero riproporla.

A questo fine chiediamo:
A tutti coloro che fossero in possesso di immagini fotografiche relative alla guerra presente o a quelle trascorse, alle grandi manifestazioni pacifiste degli ultimi anni,
alle marce della pace, alle realtà di sofferenza prodotte nel mondo dalle guerre, di inviarcele o di prendere contatto con noi.
Per entrambi gli scopi i nostri indirizzi sono:
Circolo “Name Diffusion-ARCICantello”, piazza Libertà n°1, 21050, Cantello.
Email a letterealdirettore@wecantell.it


Si precisa che:
Le foto possono giungere su carta, pellicola negativa o supporto digitale.
I materiali vengono raccolti a titolo di prestito, salvo diversa indicazione del proprietario, e verranno restituiti a spese del circolo.
Il materiale non deve essere coperto da diritti d’autore o copyright, a meno che non ne sia titolare e quindi autorizzato a disporne la stessa persona che lo mette a disposizione.


I materiali saranno riprodotti a carico del circolo, a meno che il proprietario non ne doni le copie messe a disposizione.

Ogni altra circostanza può essere negoziata col circolo.


Grazie, Mauro Sabbadini.
Name Diffusion-ARCICantello

lunedì, febbraio 02, 2004

Macelleria islamica

Visto che ultimamente non riesco a farmi dare retta da Varesenews, a scanso di equivoci, pubblico la lettera che ho inviato a proposito degli incidenti di Luino
tra islamici e ambientalisti, se qualcuno ha commenti da inviarmi, solito indirizzo.
multauli1974@yahoo.it.

Egregio Direttore,
Le scrivo da lettore costante e affezionato di varesenews, non riuscendo a nascondere un certo sconcerto per la pagina delle lettere che ho appena finito di leggere.
Mi domando infatti se sia considerato normale, dai suoi lettori, giustificare l’aggressione fisica verso esseri umani che esercitano una pratica religiosa, per quanto discutibile sotto molti punti di vista, in nome della non violenza verso alcuni animali?
Si crede di potere spacciare per progressista un discorso profondamente discriminatorio, liquidando una questione di confronto culturale con la richiesta di sostituzione di un sindaco che si è limitato a fare rispettare la legge ( come ben specifica il vostro articolo), o dando profondità al proprio razzismo con parole altisonanti declinate oltretutto in modo scorretto ( si dice “barbarie“, non ha un singolare).
Verrebbe da dire che, se si vuole difendere la nostra cultura dal contatto con le altre bisognerebbe almeno parlare un italiano un pò più corretto, oltre a ricordare quel valore che realmente, dal 18° secolo, distingue la cultura europea da molte altre: la tolleranza.
Siamo in un paese dove migliaia di mucche e maiali vengono allevati in strutture di sfruttamento intensivo e passano la loro intera esistenza in condizioni che le stesse leggi vigenti vieterebbero.
In nome di tradizione folcroristiche, in Spagna si pratica la corrida, in nome della buona cucina si dissanguano i volatili in tutta Europa, le aragoste vengono bollite vive... pratiche che io non condanno personalmente ma mi domando: qual’è la differenza tra tutto questo e la cerimonia islamica di Luino?
Semplice: questa non è stata motivata da ragioni di buona cucina o dal folclore locale, bensì dalla fedeltà a un’antica tradizione religiosa (più antica, si badi, dell’islam stesso).
Insomma la cerimonia di oggi ha dato il fiato a una xenofobia che, se non ammantata da un finto animalismo, non avrebbe avuto il coraggio di esprimersi.
Ciò che realmente manda in bestia alcuni è che, non solo questi musulmani abbiano il coraggio di venire a turbare con la loro presenza le verdi colline d’Insubria, ma addirittura cercano di tenere vive, seppure in privato o quasi le loro tradizioni e la loro fede... intollerabile!
Certo era quello che facevano i migranti italiani degli ultimi due secoli nella loro città d’adozione in nord Europa e nord america, spesso rigidamente protestanti, ma pare che questo ricordo sia ormai perso nella nebbia.
Vorrei solo dare un esempio di quanto situazioni del genere siano assurde e inqualificabili:
Nella repubblica islamica dell’Iran, regime odioso e teocratico, vige ovviamente il divieto islamico di riprodurre immagini dei santi e dei profeti, , perché vietate dal corano che si preoccupa di evitare l’adorazione di idoli fisici, come le immagini, a scapito di quelli spirituali, come i profeti e dio stesso,.tra loro Gesù cristo, profeta secondo solo a Maometto per gli islamici.
Bene, la locale comunità cristiana ( armena e caldea) che conta alcune centinaia di migliaia di fedeli, può serenamente, e ogni volta che la liturgia lo richieda, mostrare ed esibire crocifissi e icone e se qualche esaltato fondamentalista tentasse di impedirglielo incorrerebbe nelle attenzioni della temuta polizia del regime.
Là una libertà viene concessa agli appartenenti a una minoranza e non agli altri.
Qui dovrebbe essere lo stesso ma qualcuno si indigna, qualcun’altro si mette il cervello sotto le scarpe e da la parola ai bastoni, qualcuno vorrebbe, evidentemente, ridurci peggio dell’Iran, solo perché non trova altre motivazioni alla propria fede e altra identificazione della propria nazionalità che non nell’odio del diverso.
L’Italia ha, nel mondo, un immagine ancora di apertura e tolleranza, trovo che chi la sporca col razzismo ne disonori l’essenza e si dimostri meno italiano di tanti migranti che si sono perfettamente integrati anche conservando la loro fede.
Mauro Sabbadini