Sabbanotizie

Con l'aiuto di we can tell,controinformazioni e controcommenti su tutto quello che passa sotto il mio naso o sotto quello di chi scrive. A cura, si fa per dire, di Sabba Coadiuvato da Multatuli . pagina letterariaAcquelibere pagina su cantelloViviamcocantello

sabato, giugno 26, 2004


Tom Benetollo a Falconara, 1992 Posted by Hello

venerdì, giugno 25, 2004

Tom

Su acque libere riporto una poesia in ricordo di Tom Benetollo, clicca sul link acquelibere
Sabba

domenica, giugno 20, 2004

Ciao Tom

Dal sito arciliguria pubblichiamo un indirizzo email al quale potrete scrivere per inviare le condoglianze all'arci e alla famiglia Benetollo.



  • Clicca qui
  • We can tell

    Il circolo Arci di Cantello e il suo giornale we can tell partecipano al lutto di tutta l'Arci e della famiglia Benetollo per l'improvvisa scomparsa del nostro presidente.

    Su indicazioni nazionali vengono mantenuti gli impegni e le iniziative già promossi.

    Mauro Sabbadini

    Tom ci ha lasciati

    Da: arci




    E’ stato l’artefice di una straordinaria stagione di sviluppo dei movimenti di cittadinanza e di protagonismo politico e sociale dell’Arci. Sotto la sua direzione l’associazione è cresciuta, ha aggiornato i campi di intervento e consolidato il suo radicamento sociale nel territorio. Tutte e tutti gli dobbiamo molto.

    Att. membri del Consiglio Nazionale

    membri del Consiglio dei Regionali

    Comitati Regionali

    Comitati Territoriali


    Care compagne, cari compagni,



    si è spento stamattina all’alba il nostro presidente Tom Benetollo. Ieri mattina, mentre interveniva ad un dibattito organizzato da il manifesto a Roma, è stato colto da malore. Immediatamente soccorso da Gino Strada presente con lui all’iniziativa, è stato trasportato al Policlinico Umberto I. Qui è stato diagnosticato un aneurisma dell’aorta. Sottoposto subito ad intervento chirurgico, sono sorte complicazioni. Nonostante l’impegno dei medici che si sono prodigati per tutta la notte, alle 5 Tom ci ha lasciato.
    Ci stringiamo intorno ad Eva, al piccolo Gabriele, ai familiari.
    La scomparsa di Tom lascia un vuoto umano e politico incolmabile nelle donne e negli uomini dell’Arci, nei movimenti, nell’associazionismo, in tutta la sinistra.
    Tom si è sentito male mentre partecipava ad una delle tante iniziative che ogni giorno e in ogni parte d’Italia lo vedevano presente, a dimostrazione della straordinaria generosità con cui ha dedicato la vita ai valori in cui credeva.
    E’ stato l’artefice di una straordinaria stagione di sviluppo dei movimenti di cittadinanza e di protagonismo politico e sociale dell’Arci. Sotto la sua direzione l’associazione è cresciuta, ha aggiornato i campi di intervento e consolidato il suo radicamento sociale nel territorio.
    Tutte e tutti gli dobbiamo molto.
    L’eredità che ci lascia ci carica di un’enorme responsabilità. Ci sentiamo impegnati a non disperdere questo patrimonio di valori, idee, iniziative. Siamo certi che tutta l’associazione saprà mobilitare le sue migliori energie per proseguire insieme il cammino tracciato da Tom.
    Invitiamo tutte le nostre strutture a confermare le manifestazioni previste in questi giorni.
    Siamo certi che questo sarebbe il desiderio di Tom.
    Ci ritroveremo per l’ultimo saluto a Tom, presso la nostra sede nazionale in via dei Monti di Pietralata 16 a Roma lunedì 21 giugno dalle 12 alle 22.
    L’orazione funebre avrà luogo martedì alle 11.

    La Presidenza nazionale dell’Arci




    E' morto Tom Benetollo

    Da: arci


    E' morto questa mattina Tom Benetollo

    La camera ardente sarà allestita presso la sede dell’Arci, via Monti di Pietralata 16, dalle ore 14 alle 22 di lunedì 21. Il funerale, sempre presso la sede dell’Arci, si celebrerà martedì alle ore 11.

    Si è spento questa mattina all’alba Tom Benetollo, presidente nazionale dell’Arci. Ieri mattina, mentre parlava in un dibattito a Roma, è stato colto da malore. Trasportato al Policlinico Umberto I gli è stato diagnosticato un aneurisma dell’aorta. Sottoposto immediatamente ad intervento chirurgico, sono intervenute complicazioni che ne hanno provocato la morte.

    Benetollo aveva 53 anni. Impegnato sin da giovanissimo sul terreno della solidarietà internazionale, dal 1987 entra nel gruppo dirigente dell’Arci. Ne diviene presidente nel marzo del ‘97 per essere poi riconfermato nel gennaio 2002.

    Ha dato un impulso importantissimo allo sviluppo dell’associazionismo nel nostro paese, anche attraverso l’impegno per una legislazione di settore più avanzata. E’ stato tra i promotori della Banca Popolare Etica e del Forum permanente del Terzo Settore.

    E’ stato uno degli animatori del nuovo movimento pacifista sorto all’inizio degli anni ’80 in tutta Europa contro l’installazione dei missili pershing e cruise. Un impegno che l’ha visto in prima fila contro tutte le guerre fino ai nostri giorni e personalmente presente nelle zone di guerra dell’ex Jugoslavia, dove l’Arci per anni ha portato la sua concreta solidarietà.

    Tom Benetollo è stato uno degli animatori delle iniziative intese a favorire il processo di pace a partire dal protagonismo diretto dei popoli, in Palestina e negli altri teatri di guerra.

    Con la sua presidenza ha dato un forte impulso all’impegno dell’Arci nel movimento antirazzista e per i diritti di cittadinanza.

    Sin dalle manifestazioni contro il G8 di Genova l’associazione è stata fra i protagonisti del movimento altermondialista. Le recenti grandi mobilitazioni pacifiste in Italia devono moltissimo al suo lavoro.

    Tom Benetollo lascia la moglie Eva e il figlio Gabriele di due anni e mezzo.

    La camera ardente sarà allestita presso la sede dell’Arci, via Monti di Pietralata 16, dalle ore 14 alle 22 di lunedì 21.
    Il funerale, sempre presso la sede dell’Arci, si celebrerà martedì alle ore 11.




    giovedì, giugno 17, 2004

    Prendersela coi bambini

    Lo scorso 28 Maggio il circolo ARCI di Cantello, in collaborazione con Legambiente e con “ we can tell”, con l’aiuto dei gruppi locali di ANA, associazioni genitori, SOS Malnate, Protezione Civile, col patrocinio dei comuni di Cantello e Malnate e l’adesione dell’istituto comprensivo delle scuole di Cantello organizzava “ qui vivo”, grande Eco-festa che vedeva circa 450 bambini, dai 3 ai 15 anni, impegnati a realizzare, dipingere e installare nei boschi della Valsorda, alcune decine di cartelli raffiguranti animali e piante del bosco.

    Questi manufatti, la cui posa venne seguita da una parte importante della cittadinanza lungo la strada per l’occasione chiusa al traffico erano quindi il frutto del lavoro dei bambini e di un preciso percorso didattico pensato con le scuole.

    Nella notte tra il 15 e 16 Giugno alcuni vandali hanno devastato la gran parte delle installazioni rimovendone e rubandone altre.

    Il gesto è odioso non solo e non tanto per il danno economico che ci arreca ma soprattutto perché rivolto contro il lavoro dei bambini, oltre che contro tutte le persone sensibili ai problemi dell’ambiente, e a tutti i cittadini attivi e democratici.

    Il gesto denuncia l’esistenza di preoccupanti sacche di sottosviluppo culturale e di disprezzo della dignità altrui, a partire dal disprezzo per l’infanzia e i sentimenti dei bambini più piccoli.

    Nel denunciare la vergogna di questo gesto l’ARCI e il giornale “we can tell” trovano però un nuovo sprone ad agire con sempre maggiore forza contro chi danneggia le nostre comunità con la sua ignoranza e intolleranza.

    L’attività di promozione culturale e sociale dell’ARCI di Cantello continuerà come sempre già da domenica con la festa della musica, a breve verranno annunciate risposte non solo simboliche concepite in modo da far capire ai facinorosi l’inutilità del loro gesto.

    Se per riappropriarci dei nostri boschi dovremo tornare a portarci 500 o 600 persone e a chiudere le strade per farlo abbiamo già dimostrato di poterci riuscire, la rivalutazione dei boschi della valle, da cui fra l’altro viene pompata l’acqua che alimenta la rete idrica di Varese, è un’impresa che abbiamo appena iniziato a compiere, chi ci ostacola colpendo il lavoro dei bambini non fa altro che fare male a se stesso e alla causa che crede di sostenere.

    Nel frattempo annunciamo che stiamo lavorando a realizzare una nuova edizione di “qui vivo” con forme ancora più nuove ed efficaci, mentre stiamo preparando un documentario e un cd sulla manifestazione già svolta mentre, con la collaborazione dell’istituto comprensivo di Cantello
    Cerchiamo i fondi per pubblicare un libro fotografico sulla manifestazione.

    La firma in questo caso non può che essere di chi molto deve sopportare.
    Multatuli

    mercoledì, giugno 16, 2004

    Valmorea

    Ricevo e volentieri pubblico:

    Cairate (Varese), 15 giugno 2004



    Partono da Cairate i festeggiamenti
    per l’anniversario della Ferrovia della Valmorea

    100 anni
    Fischia il treno
    La Ferrovia della Valmorea da Castellanza a Cairate

    Le associazioni “Amici della Valmorea” di Castiglione Olona e la Pro Loco di Cairate - con il patrocinio della Provincia di Varese, della Regione Lombardia e del Comune di Cairate – festeggiano, a partire da sabato prossimo, 19 giugno 2004, l’anniversario del centenario di apertura della prima tratta ferroviaria della Valmorea. “100 anni, fischia il treno: La Ferrovia della Valmorea da Castellanza a Cairate”: è questo il nome della manifestazione che si terrà fino al 18 luglio al monastero di Santa Maria Assunta di Cairate. L’inaugurazione è prevista per sabato 19 giugno alle ore 15: tra le altre autorità che presenzieranno l’apertura della manifestazione, il professore Francesco Ogliari, già noto per la sua stimata competenza sulla storia dei Trasporti pubblici in provincia di Varese.

    All’interno del monastero di Cairate sarà aperta al pubblico una mostra ricca di immagini inedite dei fabbricati relativi al tratto della ferrovia in disuso, documenti storici, cimeli d’epoca provenienti anche da collezioni private, diorami che riproducono parti della ferrovia stessa e un plastico in scala 1:87, con tanto di trenino in movimento, che permetterà di vedere l’antico treno a vapore in azione tra Lonate Ceppino, Gornate Olona, Torba, con uno “sguardo” particolare verso i mitici mulini di San Pancrazio.

    L’evento più significativo di tutto il mese di festeggiamento sarà l’annullo postale della cartolina espressamente ideata per ricordare l’occasione: e questo proprio sabato 17 luglio, giorno in cui ricorre, appunto, il centenario dell’inaugurazione della prima corsa del convoglio ferroviario (17 luglio 1904).

    Durante la manifestazione sarà inoltre possibile visitare l’antico sedime dell’ex-stazione di Cairate, recentemente recuperato dalle associazioni “Amici della Valmorea”, Alpini e Pro Loco di Cairate. Sarà così possibile ammirare ancora una volta, come un tempo, la vecchia piattaforma girevole utilizzata per la tiratura delle ultime macchine a vapore, che percorrevano la tratta dalla città di Castellanza alla cartiera Vita-Mayer, una delle industrie che, in passato, fecero la prosperità della Valle Olona.

    Inoltre, a tutti i bambini che, insieme ai loro genitori, si presenteranno il giorno della chiusura della mostra (domenica, 18 luglio) in stazione di Valmorea esibendo la cartolina con l’annullo postale di sabato 17, sarà data l’opportunità di viaggiare a prezzo simbolico (1 euro per i bambini e 2 euro per gli adulti) sul mitico treno a vapore Tingerli E 3/3 del 1910, lungo il tratto Valmorea-Cantello, gestito dal Club del san Gottardo di Mendrisio in collaborazione con le Ferrovie Nord Milano.

    Contribuiscono inoltre alla realizzazione della manifestazione:
    - Associazione Ferrovia Valmorea
    - Alpini di Cairate
    - Museo Ogliari di Ranco
    - Museo della Civiltà contadina del Mendrisiotto (Stabio, Svizzera)
    - Associazione “I nostra radiìs” di Malnate
    - Club del San Gottardo
    - Dopolavoro Ferroviario di Gallarate

    L’apertura al pubblico della mostra osserverà i seguenti orari:
    Sabato e domenica, dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30

    Orario per l’annullo postale di sabato 17 luglio:
    mattino ore 10 e ore 12; pomeriggio ore 14 e ore 16.





    Per ulteriori informazioni, si prega di contattare il numero 347.78.89.065

  • Per info clicca qui
  • martedì, giugno 15, 2004

    Risultati

    La Primavera di Cantello è ancora lontana, si sapeva, ci adatteremo...
    del resto alcuni compagni che si adattano da tempo paiono ormai contenti e ansiosi di farlo... spero che non gli dispiaccia che, comunque, abbiamo preso il secondo consigliere..

    Per i risultati potete cliccare qui:
    ViviamcocantelloSe vi interessano i miei personali ottengo 17 voti e sono il primo dei non eletti, che poi è più o meno quello che mi auguravo in caso di non vittoria.

    Anche se, devo dire, rispetto al consiglio d'istituto del '94, perdo 106...
    Collegio elettorale sfavorevole.

    Sabba

    martedì, giugno 08, 2004

    Enrico, morto per la Libertà

    Il 7 giugno 1984, sul palco di un comizio in Piazza della Frutta a Padova, Enrico Berlinguer veniva colto dall’emorragia celebrale che, da lì a tre giorni, lo avrebbe ucciso.

    Avevo 10 anni allora e ho solo un vago ricordo delle ore convulse in cui l’intera nazione si commoveva per questa perdita, si commoveva al punto da consentire, per la prima volta, il sorpasso del PCI sulla DC alle europee.

    Berlinguer è stato l’ultimo vero leader carismatico della politica italiana, l’uomo che stava rendendo possibile l’accesso della sinistra al governo del paese, che voleva portare il PCI nell’internazionale socialista ( con l’appoggio di quasi tutti i ps europei ma con il veto del PSI di Craxi che riuscì a ritardare l’adesione fino al 1992).

    La storia non si fa con i se e con i ma, tuttavia non sarebbe azzardato supporre che , se la malattia non ci avesse privato di Enrico, la nostra storia sarebbe stata diversa.

    L’eurocomunismo, la rottura con l’URSS, le convergenze parallele, il tentativo di fare un mondo nuovo senza innescare reazioni di tipo cileno.

    Contro di lui, paradossalmente, soprattutto chi avrebbe dovuto apprezzarne la svolta: il PSI di Craxi che organizzò una contestazione vigliacca e premeditata, azionando la claque durante l’intervento di Berlinguer al congresso socialista solo pochi giorni prima della fatale sera del 7 giugno.

    Nulla a che vedere con i veri socialisti come Pertini che vegliò l’uomo che considerava come un figlio per tutta la sua permanenza in ospedale, rappresentando come presidente della Repubblica il sentimento degli italiani.

    Venti anni dopo anche il piccolo Craxi è morto come un ladro nel bel mezzo di quel deserto che simboleggia benissimo la fertilità della sua politica, circondato da decine di guardie armate in un’oasi di lusso creata con i soldi dei contribuenti.

    Enrico se n’era andato parlando di ciò in cui credeva, circondato da una nazione in lutto, che differenza! Eppure oggi sembrano prevalere gli emuli dell’uomo di Hammamet piuttosto che gli eredi di Berlinguer.. forse dobbiamo accettare che leader come lui non nascono ogni giorno però sarebbe bello vedere qualcuno in più a cercare di fare rivivere quell’esempio.

    Sabba.

    Vedi anche



    Acquelibere-"Parola di Enrico Berlinguer"

    lunedì, giugno 07, 2004

    D-Day

    Visto che ieri ricorreva il sessantesimo dello sbarco in Normandia, e visto che le ricorrenze storiche sono uno dei classici di queste pagine, fatemi dire due cose sul tema.


    Innanzitutto vale la pena riflettere sulla cerimonia di commemorazione promossa dal governo francese: bella, con un po’ di retorica, forse inevitabile, ma molto ben fatta: in prima fila i veterani, un sacco di vecchietti commossi e acciaccati ( avere vinto la guerra, avere fatto la storia e salvato la pelle allora non li mette al riparo dalla ferocia degli anni), musica, danze, 22 capi di stato.

    Poche ostentazioni militari, non c’è che dire: un altro mondo rispetto alle “celebrazioni” di due giorni fa a Roma, fatte solo per TV e urne elettorali, ma anche rispetto al 2Giugno di Ciampi che non sa andare oltre la parata militare.

    Poi l’altro dato che voglio segnalare: la presenza di tutta, o quasi, l’Europa.

    C’erano tutti rappresentanti delle nazioni che hanno combattuto per la libertà dell’Europa, già perché gli USA sono stati importanti ma non solo:
    l’Inghilterra ha combattuto da sola per due anni, se si fossero arresi o avessero accettato le proposte di pace del Reich, oggi parleremmo tutti Tedesco…
    La Polonia, 3 milioni di morti almeno.
    I Paesi Bassi, un milione di morti, un olandese su dieci
    Poi Francia, Belgio, Danimarca ( il cui Re salvo gli ebrei danesi cucendosi la stella gialla sul cappotto, subito imitato da molti concittadini), Russia ( avremmo vinto senza Stalin? Ma.. di sicuro avremmo fatto fatica).

    C’era la Germania, per la prima volta, a mostrare di avere ormai rotto col passato nazista.

    Mancava solo l’Italia.. che oltretutto all’epoca era già passata con gli alleati, combatteva contro il nazismo…

    Già ma Bananas, il premier, non si muove quando non può fare la prima donna.. magari pensa pure di avere fatto qualcosa di geniale festeggiando da solo con Giorgino il giorno prima.

    Vebbè io so come fargliela pagare, sabato prossimo, nell’urna, a pensarci bene è una possibilità che abbiamo tutti…


    Multatuli
    ( mi firmo col secondo eteronimo, chi sa il latino può immaginare il perché)

    domenica, giugno 06, 2004

    De Benoist

    Il filosofo francese, e guru della nuova destra Alain De Benoist, ha parlato domenica scorsa a Varese, premesso che la sua filosofia, spudoratamente continentale, non incontra minimanente il mio favore, trovo che le polemiche che hanno seguito la sua apparizione siano del tutto fuori luogo e un pò ignoranti...
    Così ho scritto a Varesenews, come al solito dubito che mi pubblichino, quando non si riesce a concordare prima non mi danno mai molto retta, quindi pubblico qui di seguito, fatermi sapere cosa ne pensate.
    Sabba





    Egregio Direttore,

    Ci sono volte in cui un affezionato lettore di Varesenews sente il bisogno di intervenire, anche in modo critico, su alcuni dei vostri articoli.

    In particolare sono rimasto perplesso leggendo i diversi contributi pubblicati a favore e contro l’intervento ad Amor di Libro di Alain de Benoist.

    Vorrei premettere che sono un militante di sinistra ( fra l’altro presidente del circolo ARCI di Cantello) e studente di Filosofia.

    In particolare ho avuto la sensazione che nessuno dei principali artefici del dibattito avesse la più vaga idea della filosofia del cattedratico francese.

    Non è infatti questione se se si sia d’accordo o meno, io personalmente condivido un approccio alla filosofia diametralmente opposto, legato alla scuola “ analitica” e alla filosofia della scienza e del linguaggio, quindi mi trovo un po’ a disagio con certi filosofi “continentali” ma, non di meno trovo spesso utile confrontarmi anche con i loro punti di vista, magari solo per criticarli e ribadire le ragioni di una scelta diversa.

    De Benoist è un filosofo che teorizza la democrazia partecipativa, avendo come modello l’Atene di Pericle, chiaramente un modello che , dall’alto delle conquiste prodotte dalla rivoluzione francese e dai due secoli successivi, può oggi apparire anacronistico e reazionario ma non certamente nazista ne, tanto meno, antidemocratico.

    Giacometti di Luce ha evidentemente condotto una ricerca su internet per scoprire chi fosse De Benoist e ha estrapolato frasi utilizzate, certo, da siti di movimenti politici di destra ( provate a cercare su google le frasi virgolettate di Luce se non mi credete) ma cosa dimostra?
    Anche Karl Popper, che era un conservatore moderato, viene utilizzato a piene mani dalla sinistra che invece dovrebbe guardarlo con maggiore sospetto rivolgendosi magari ai suoi più illuminati continuatori, quali Lakatos e Feyerabend.

    De Benoist utilizza forse la sua popolarità presso le destre per dare più forza al proprio messaggio, un atteggiamento che può suggerire un’immagine sbagliata ma poi pubblica articoli, anche in Italia, insieme a pensatori del calibro di Cacciari e Vattimo che, mi auguro, non siano sospettabili di nazismo… forse Giacometti avrebbe dovuto estendere la sua ricerca su internet oltre i primi due o tre risultati.

    Quando poi il filosofo francese parla della necessità di non integrare gli immigrati, lo fa seguendo una logica fortemente identitaria: se un tunisino, dopo avere vissuto 20 anni in Italia, è divenuto un italiano, questo rappresenta una sconfitta: meglio sarebbe che egli continuasse a vivere la propria cultura anche nella sua seconda patria…
    Un discorso certamente sbaglia, dal momento che esclude il confronto produttivo fra le culture, ma non razzista visto che pone comunque l’immigrato e l’italiano sullo stesso piano e riconosce ad entrambe le culture la stessa dignità e lo stesso bisogno di tutela individuando semmai la cultura delle multinazionali e del consumismo quale nemico principale.

    Insomma una visione certamente criticabile, non condivisibile, forse persino pericolosa nei suoi esiti, ma non nazista e non antidemocratica, piuttosto utopica e poco attraente ma questo sarebbe un motivo per non doverlo sentire parlare? Cosa esattamente dovrebbe impedire ai varesini di ascoltare una simile filosofia? Si spera che non tutti i nostri concittadini siano degli sprovveduti pronti ad ascoltare De Benoist ( o Nietsche) con i paraocchi forniti da qualche propagandista di destra pronto a cogliere frasi isolate per dare legittimazione a un discorso razzista o xenofobo.

    Ho l’impressione che De Benoist avrebbe abbastanza motivi per querelare chi lo ha dipinto come un nazista, augurandomi che preferisca non farlo vorrei chiudere con due considerazioni:

    In primo luogo penso che sarebbe il caso di documentarsi meglio prima di affrontare temi che non si conoscono e di fare polemiche che possono essere imbarazzanti, che accadrebbe infatti se i promotori di Amor di Libro interpellassero Cacciari e Vattimo o Tarchi per far loro rispondere ai vostri articoli? Sarebbe una bella bacchettata sulle mani, dovreste chiedere scusa e ammettere l’errore… si sarebbe potuto evitare.

    In secondo luogo, lo dico di sfuggita ma forse è la cosa più inquietante: va rilevato che neanche il Primo Cittadino di Varese, nella sua replica, dimostra di conoscere realmente De Benoist…
    Insomma, ha creduto alla descrizione del filosofo francese presentato come un nazista e ha deciso di difenderlo comunque… forse è lui quello che non si dovrebbe invitare a Varese.

    Mauro Sabbadini