Sabbanotizie

Con l'aiuto di we can tell,controinformazioni e controcommenti su tutto quello che passa sotto il mio naso o sotto quello di chi scrive. A cura, si fa per dire, di Sabba Coadiuvato da Multatuli . pagina letterariaAcquelibere pagina su cantelloViviamcocantello

domenica, giugno 06, 2004

De Benoist

Il filosofo francese, e guru della nuova destra Alain De Benoist, ha parlato domenica scorsa a Varese, premesso che la sua filosofia, spudoratamente continentale, non incontra minimanente il mio favore, trovo che le polemiche che hanno seguito la sua apparizione siano del tutto fuori luogo e un pò ignoranti...
Così ho scritto a Varesenews, come al solito dubito che mi pubblichino, quando non si riesce a concordare prima non mi danno mai molto retta, quindi pubblico qui di seguito, fatermi sapere cosa ne pensate.
Sabba





Egregio Direttore,

Ci sono volte in cui un affezionato lettore di Varesenews sente il bisogno di intervenire, anche in modo critico, su alcuni dei vostri articoli.

In particolare sono rimasto perplesso leggendo i diversi contributi pubblicati a favore e contro l’intervento ad Amor di Libro di Alain de Benoist.

Vorrei premettere che sono un militante di sinistra ( fra l’altro presidente del circolo ARCI di Cantello) e studente di Filosofia.

In particolare ho avuto la sensazione che nessuno dei principali artefici del dibattito avesse la più vaga idea della filosofia del cattedratico francese.

Non è infatti questione se se si sia d’accordo o meno, io personalmente condivido un approccio alla filosofia diametralmente opposto, legato alla scuola “ analitica” e alla filosofia della scienza e del linguaggio, quindi mi trovo un po’ a disagio con certi filosofi “continentali” ma, non di meno trovo spesso utile confrontarmi anche con i loro punti di vista, magari solo per criticarli e ribadire le ragioni di una scelta diversa.

De Benoist è un filosofo che teorizza la democrazia partecipativa, avendo come modello l’Atene di Pericle, chiaramente un modello che , dall’alto delle conquiste prodotte dalla rivoluzione francese e dai due secoli successivi, può oggi apparire anacronistico e reazionario ma non certamente nazista ne, tanto meno, antidemocratico.

Giacometti di Luce ha evidentemente condotto una ricerca su internet per scoprire chi fosse De Benoist e ha estrapolato frasi utilizzate, certo, da siti di movimenti politici di destra ( provate a cercare su google le frasi virgolettate di Luce se non mi credete) ma cosa dimostra?
Anche Karl Popper, che era un conservatore moderato, viene utilizzato a piene mani dalla sinistra che invece dovrebbe guardarlo con maggiore sospetto rivolgendosi magari ai suoi più illuminati continuatori, quali Lakatos e Feyerabend.

De Benoist utilizza forse la sua popolarità presso le destre per dare più forza al proprio messaggio, un atteggiamento che può suggerire un’immagine sbagliata ma poi pubblica articoli, anche in Italia, insieme a pensatori del calibro di Cacciari e Vattimo che, mi auguro, non siano sospettabili di nazismo… forse Giacometti avrebbe dovuto estendere la sua ricerca su internet oltre i primi due o tre risultati.

Quando poi il filosofo francese parla della necessità di non integrare gli immigrati, lo fa seguendo una logica fortemente identitaria: se un tunisino, dopo avere vissuto 20 anni in Italia, è divenuto un italiano, questo rappresenta una sconfitta: meglio sarebbe che egli continuasse a vivere la propria cultura anche nella sua seconda patria…
Un discorso certamente sbaglia, dal momento che esclude il confronto produttivo fra le culture, ma non razzista visto che pone comunque l’immigrato e l’italiano sullo stesso piano e riconosce ad entrambe le culture la stessa dignità e lo stesso bisogno di tutela individuando semmai la cultura delle multinazionali e del consumismo quale nemico principale.

Insomma una visione certamente criticabile, non condivisibile, forse persino pericolosa nei suoi esiti, ma non nazista e non antidemocratica, piuttosto utopica e poco attraente ma questo sarebbe un motivo per non doverlo sentire parlare? Cosa esattamente dovrebbe impedire ai varesini di ascoltare una simile filosofia? Si spera che non tutti i nostri concittadini siano degli sprovveduti pronti ad ascoltare De Benoist ( o Nietsche) con i paraocchi forniti da qualche propagandista di destra pronto a cogliere frasi isolate per dare legittimazione a un discorso razzista o xenofobo.

Ho l’impressione che De Benoist avrebbe abbastanza motivi per querelare chi lo ha dipinto come un nazista, augurandomi che preferisca non farlo vorrei chiudere con due considerazioni:

In primo luogo penso che sarebbe il caso di documentarsi meglio prima di affrontare temi che non si conoscono e di fare polemiche che possono essere imbarazzanti, che accadrebbe infatti se i promotori di Amor di Libro interpellassero Cacciari e Vattimo o Tarchi per far loro rispondere ai vostri articoli? Sarebbe una bella bacchettata sulle mani, dovreste chiedere scusa e ammettere l’errore… si sarebbe potuto evitare.

In secondo luogo, lo dico di sfuggita ma forse è la cosa più inquietante: va rilevato che neanche il Primo Cittadino di Varese, nella sua replica, dimostra di conoscere realmente De Benoist…
Insomma, ha creduto alla descrizione del filosofo francese presentato come un nazista e ha deciso di difenderlo comunque… forse è lui quello che non si dovrebbe invitare a Varese.

Mauro Sabbadini

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