Mala Tempora: il delitto di Besano
Vignetta di Vauro da "il manifesto"
Non muore chi è ancora vivo.
Che significa? Ai più ingenui potrebbe sembrare abbastanza priva di senso, a chi ha dimestichezza con la logica una banale esemplificazione del principio di identità…
E allora? Bene, semplicemente questa frase inutile e priva di un vero senso, campeggia da alcuni giorni su uno striscione cubitale posto in Piazza monte Grappa, nel pieno centro di Varese.
Ce lo hanno messo alcuni intellettuali in camicia nera ( non lo dico in senso metaforico, ce l’avevano sul serio) la scorsa settimana dopo non essere andati al funerale di “Claudino” skinheads come loro, ucciso da un giovane albanese di fronte al bar dei suoi genitori a Besano.
Chi non vive a Varese o in zona (per inciso io sto a 4 km da Besano) difficilmente può avere colto i dettagli di tutta la vicenda, né la può ricollegare alla crisi sociale che attraversa indiscutibilmente la nostra regione, per i miei commenti in tema vi rimando all’articolo che mi ha pubblicato varesenews.
Ora voglio descrivere i fatti:
La notizia, ovviamente, irrompe nella case dagli schermi della TV:” Vicino a Varese un giovane barista ucciso mentre cerca di dividere una rissa tra albanesi!!!”
Subito dopo la Lega scende in piazza ma commette indubbiamente un grave errore, da un lato perché viene subito scavalcata a destra dagli amici skinheads della vittima, dall’altro perché in Provincia i fatti di sangue sono tutt’altro che rari negli ultimi mesi e non penso di essere stato l’unico a notare che questo è stato proprio l’unico attribuibile a uno straniero (mentre , per inciso, non sono mancati quelli CONTRO gli stranieri).
Così mentre 20 leghisti, fra cui però deputati e un ministro, manifestano sotto la propria sede, i cari amici di Claudino (forse 50) manifestano a loro modo, attaccando una pizzeria di proprietà albanese a Besano e andando a caccia di albanesi in giro per Varese; bilancio due aggressioni, un immigrato ferito, 2 fascisti in galera (ma per quanto?).
Claudino infatti faceva parte di un gruppuscolo di tifosi di calcio, i “Blood and Honour” ragazzoni simpatici, espulsi alcuni anni fa dalla tifoseria fascista ufficiale dei “boys Varese” perché creavano troppo casino.
Non sfuggirà ai più attenti che il nome stesso ricalca slogan delle SS, il che in una città che ha pagato pesantemente due anni di occupazione nazista nell’ultima guerra dovrebbe già bastare a condannarli all’isolamento( eccidio di Meina, “Ottobre di Sangue”, Battaglia del S.Martino)... purtroppo non sembra sia così.
Claudino, fra l’altro, circa due anni prima di fare da pacere nelle liti tra stranieri, era stato coinvolto in un’inchiesta per l’accoltellamento di un senegalese, lui assolto ma due che erano con lui condannati; tant’è che alcuni maligni descrivono , dei fatti di Besano, una ricostruzione diversa:
“bè, lui era lì con gli altri al bar, passano gli albanesi in macchina e loro non li fanno passare, allora scendono, lui se la prende con quello più giovane che già conosce, l’altro non parla l’italiano ma si spaventa, parte una lite, uno degli albanesi tira fuori il coltello e lo agita alla cieca….”
Mantengo anonima la fonte e non posso confermare se avesse ragione visto che non c’ero, tuttavia mi pare più plausibile dell’altra, o no?
In ogni caso i fascisti non si pongono domande visto che, per loro, non c’è nulla di male neanche nel fermare un albanese in strada e pestarlo.
Così arriva il giorno dei funerali, a Besano 1500 persone, più o meno commosse, mentre il Prevosto di Varese invita alla calma con le sue consuete parole pacate (né profonde né geniali, è sempre il solito Monsignor Stucchi, ma pacate sì), a circa 12 km da lì se il contachilometri della mia Micra non m’inganna, ci sono già almeno 250 persone, per lo più in camicia o maglietta nera e pantaloni militari.
Venuti da Verona, Milano, e da altre città con tifoserie di calcio neofasciste e gemellate, del funerale se ne sono fregati, hanno risposto al richiamo dei loro camerati Varesini e si sono predisposti alla guerriglia urbana.
Nessun dubbio su questo: il bivacco di fronte all’ippodromo sembrava più una festa che un funerale, del morto non fregava niente a nessuno, bevevano birra mentre le loro fila si ingrossavano, in attesa del momento di menare le mani, sperando di raggiungere un numero tale da non dover temere lo scontro con la Polizia.
Alla fine, dopo una buona ora di rinvio sull’orario annunciato, in modo da far sopraggiungere tutti, parte il lugubre corteo di 750 ( fonte questura, a me sembravano forse il doppio).
Và detto che al corteo si sono uniti anche i genitori della vittima, con il chiaro scopo di impedire la degenerazione della manifestazione, in questo dobbiamo fargli tanto di cappello, va anche detto che ciò ha indotto anche alcuni cittadini piuttosto ingenui a unirsi alla manifestazione, ma in ogni caso non erano che minoranza rispetto ai fascisti in divisa.
Tutto tranquillo comunque, grazie soprattutto alla presenza di 400 poliziotti a scortare la “manifestazione”, più altre pattuglie discretamente disposte nei punti sensibili del centro.
Cori fascisti, saluti romani, e striscioni lasciati appesi, come dicevo all’inizio, in piazza monte grappa, nel cuore della città, dove sono rimasti fino a oggi, anche grazie alla ronda costantemente assicurata da “anonimi” ragazzoni dai capelli rasati che continuano a girare a coppie lì intorno.
Cronaca inquietante, soprattutto per l’esibizione di forza che hanno voluto rendere occupando il territorio.
Ora il vero dubbio è: se il mio testimone avesse ragione nella sua versione dei fatti, che condanna emetterà il giudice? E i fascisti come reagiranno?
E la Lega che un tempo si definì erede dei partigiani, continuerà a cercare di marciarci sopra?
Mala tempora currunt, e il futuro non promette nulla di buono…
Multatuli