Sabbanotizie

Con l'aiuto di we can tell,controinformazioni e controcommenti su tutto quello che passa sotto il mio naso o sotto quello di chi scrive. A cura, si fa per dire, di Sabba Coadiuvato da Multatuli . pagina letterariaAcquelibere pagina su cantelloViviamcocantello

lunedì, gennaio 17, 2005

Articolo 11 della costituzione. L'Italia ripudia la guerra


 Posted by Hello


Il titolo di questo articolo non è una notizia, lo era il primo Gennaio 1948, quando la costituzione della Repubblica entrava in vigore, presentarlo come notizia oggi sarebbe, quanto meno, piuttosto intempestivo.
Tuttavia qualcosa di veramente nuovo c’è visto che, per la prima volta, l’Italia oggi è in guerra.
La missione delle nostre truppe in Iraq, infatti, pur essendo stata autorizzata dal parlamento solo come missione umanitaria, ha assunto da tempo un carattere diverso, non solo per le vittime ma anche per ragioni forse meno evidenti ma altrettanto importanti.
In primo luogo la grande stampa nazionale, fin dall’inizio dell’impegno militare italiano in Mesopotamia, ha tralasciato di menzionare un particolare di fondamentale importanza: il nostro contingente ha effettivamente un mandato di pace ma è integrato in una Brigata a comando Britannico, la quale opera in missione di combattimento.
In altre parole il comandante effettivo dei nostri soldati in Iraq è un generale Scozzese, il quale si trova in Iraq in missione di guerra, applicando le leggi di guerra e può comandare ai nostri soldati azioni di guerra, come quella per la riconquista dei ponti di Nassirjia, a margine della quale rimase ucciso il Caporale Matteo Vanzan dei Lagunari.
Come si f a essere in missione di pace se si fa parte di una brigata combattente?
Del resto il fatto che l’Italia si trovi in guerra è stato confermato di fronte al Parlamento sia dal Ministro della difesa Martino, sia dal suo collega degli esteri( all’epoca Frattini).
Straordinarie poi le parole dell’allora vice presidente del Senato Calderoni dopo l’attentato di Nassirjia:” si renda conto la sinistra, siamo in guerra!!” ma non era proprio la sinistra, in particolare quella cosiddetta radicale a sostenerlo da mesi?
Altro problema non da poco: il Governo della Repubblica non ha il diritto di portare il Paese in guerra, questa prerogativa spetta al parlamento, riunito in seduta congiunta, che può deliberare lo stato di guerra che diviene effettivo dopo la firma del Capo dello Stato.
Insomma, pare che l’Italia sia un paese in cui il Governo dichiara ufficialmente l’esistenza di un conflitto, difende la nostra partecipazione, ma non ha il coraggio di far votare il parlamento sul tema; in compenso, per ulteriore aggiramento della legge, si cerca proprio in queste settimane di fare approvare una legge che consente alle autorità militari di usare alcune delle prerogative della legge di guerra in tempo di pace ( censura sulla stampa, giustizia militare, funzioni di polizia affidate all’esercito, tutte cose vietate in tempo di pace).
Insomma, per risolvere un’anomalia, si cerca di farla diventare la normalità, esattamente come, anni fa, quando venivano superati i limiti di inquinamento nelle acque potabili, il Ministro alzava per decreto i limiti legali previsti per le sostanze inquinanti.
Cambierà questo Paese un giorno?

M.S.

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