R[a]iot
Ieri sera in un teatro praticamente esaurito il pubblico di Varese, seconda città in Italia, ha potuto
assstere al nuovo spettacolo di Sabina Guzzanti.
L’iniziativa è stata promossa dall’ARCI provinciale che ha rischiato un grande investimento che però si è rivelato ampiamente giustificato visto il grande interesse e partecipazione.
I varesini non sono solo andati a teatro ma hanno compito un atto di informazione e mobilitazione politica, hanno dato un segnale di attenzione e di coraggio democratico in una città ormai da troppo tempo schiacciata sotto il tallone di autorità locali quasi sempre sorde ai problemi della democrazia partecipata e del pluralismo dell’informazione.
Potrei raccontarvi che lo spettacolo è stato affascinante ed esilarante, non direi che la verità,
ma è stato soprattutto sconcertante; la Guzzanti traccia infatti un ritratto avvilente e del tutto autentico di un paese drammaticamente alla deriva, forse senza speranze.
Ritmando e cambiando le parole dei più noti canti popolari, socialisti e resistenziali la satira graffiante della Guzzanti diviene cronaca e testimonianza storica di un paese strangolato dal
Bonapartismo del suo premier, la concentrazione dei media in poche mani (quelle del premier ma non solo), la pochezza ed evanescenza della sua classe intellettuale (“negli anni ’70 in italia vivevano,scrivevano Pasolini, Vittorini, Calvino, Flaiano… ora chi è rimasto? Alberoni”), l’inconsistenza di un’opposizione strangolata dalla sua ansia di moderazione.
Insomma, ci si diverte ma si esce con l’amaro in bocca.
Diceva J. F. Kennedy: “non domandarti cosa può fare il tuo paese per te, domandati cosa puoi fare TU per il tuo paese”.
Cosa possiamo fare noi per questo paese in agonia, come possiamo rendere giustizia al sacrificio di
Chi ha dato la vita per darci la democrazia 59 anni fa?
Ragionare, parlare, scrivere, rompere il conformismo, dare spazio alle idee, dare voce alle nostre coscienze, smettere di farci fornire idee preconcette da giornali e telegiornali, da libri che non sono letteratura e film che non sono cinema.
Selezionare ciò che ci viene proposto, trasformare il canale della comunicazione in una strada a due sensi…
Muoversi nella società e essere cittadini in ogni giorno della nostra vita.
Un uomo di buona volontà può agire eticamente, oggi, solo con un obiettivo in testa:
Cambiare il mondo, ne più ne meno.
E non una volta ogni tanto ma ogni giorno e in ogni azione.
Grazie a Sabina, grazie all’ARCI per quel che ci offrono.
Condoglianze a chi crede di vivere in un paese libero e sereno, il giorno del risveglio per questi ultimi potrebbe non essere imminente ma sarà certo durissimo.
Sabba.
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assstere al nuovo spettacolo di Sabina Guzzanti.
L’iniziativa è stata promossa dall’ARCI provinciale che ha rischiato un grande investimento che però si è rivelato ampiamente giustificato visto il grande interesse e partecipazione.
I varesini non sono solo andati a teatro ma hanno compito un atto di informazione e mobilitazione politica, hanno dato un segnale di attenzione e di coraggio democratico in una città ormai da troppo tempo schiacciata sotto il tallone di autorità locali quasi sempre sorde ai problemi della democrazia partecipata e del pluralismo dell’informazione.
Potrei raccontarvi che lo spettacolo è stato affascinante ed esilarante, non direi che la verità,
ma è stato soprattutto sconcertante; la Guzzanti traccia infatti un ritratto avvilente e del tutto autentico di un paese drammaticamente alla deriva, forse senza speranze.
Ritmando e cambiando le parole dei più noti canti popolari, socialisti e resistenziali la satira graffiante della Guzzanti diviene cronaca e testimonianza storica di un paese strangolato dal
Bonapartismo del suo premier, la concentrazione dei media in poche mani (quelle del premier ma non solo), la pochezza ed evanescenza della sua classe intellettuale (“negli anni ’70 in italia vivevano,scrivevano Pasolini, Vittorini, Calvino, Flaiano… ora chi è rimasto? Alberoni”), l’inconsistenza di un’opposizione strangolata dalla sua ansia di moderazione.
Insomma, ci si diverte ma si esce con l’amaro in bocca.
Diceva J. F. Kennedy: “non domandarti cosa può fare il tuo paese per te, domandati cosa puoi fare TU per il tuo paese”.
Cosa possiamo fare noi per questo paese in agonia, come possiamo rendere giustizia al sacrificio di
Chi ha dato la vita per darci la democrazia 59 anni fa?
Ragionare, parlare, scrivere, rompere il conformismo, dare spazio alle idee, dare voce alle nostre coscienze, smettere di farci fornire idee preconcette da giornali e telegiornali, da libri che non sono letteratura e film che non sono cinema.
Selezionare ciò che ci viene proposto, trasformare il canale della comunicazione in una strada a due sensi…
Muoversi nella società e essere cittadini in ogni giorno della nostra vita.
Un uomo di buona volontà può agire eticamente, oggi, solo con un obiettivo in testa:
Cambiare il mondo, ne più ne meno.
E non una volta ogni tanto ma ogni giorno e in ogni azione.
Grazie a Sabina, grazie all’ARCI per quel che ci offrono.
Condoglianze a chi crede di vivere in un paese libero e sereno, il giorno del risveglio per questi ultimi potrebbe non essere imminente ma sarà certo durissimo.
Sabba.
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