MANIFESTO IN DIFESA DEL PRESTITO GRATUITO IN BIBLIOTECA
Il 16 gennaio la Commissione europea ha avviato un procedimento di infrazione contro Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda affinché siano modificate le legislazioni di questi paesi che prevedono la gratuità del prestito pubblico effettuato da biblioteche e altri enti pubblici.
Dinanzi alla conseguente eventuale introduzione anche in Italia di norme per cui siano percepiti diritti economici dai prestiti di libri effettuati nelle biblioteche pubbliche, noi sottoscritti firmatari vogliamo esprimere la nostra più energica opposizione a una misura che snaturerebbe un presidio fondamentale della libera circolazione della conoscenza e ricadrebbe di per sé e inevitabilmente sui già esigui bilanci delle biblioteche (già stremati dai tagli alla spesa pubblica in cultura) che lo garantiscono.
Che gli autori, per il fatto che i loro libri si possono leggere gratuitamente nelle biblioteche, perdano acquirenti, è una pura bugia. E' vero il contrario: le biblioteche fanno conoscere i loro libri, li promuovono e permettono che rimangano in circolazione per anni, quando nelle librerie - nel migliore dei casi - durano soltanto alcuni mesi. Ed è proprio questo che permette di mantenere viva la presenza di molti autori che altrimenti scomparirebbero dal panorama letterario quasi completa- mente!
D'altra parte, le biblioteche, tanto con la loro attività principale quanto con le loro molte attività secondarie (organizzazione e seguito di gruppi di lettura, seminari, presentazioni, conferenze, mostre, incontri con autori, ecc.), favoriscono e sostengono l'amore per la lettura più di qualsiasi altra istituzione pubblica o privata, e tutto ciò va direttamente a vantaggio degli autori.
Quando una biblioteca compera un libro, non soltanto corrisponde i relativi diritti d'autore, ma in aggiunta investe spazio, tempo e risorse nel catalogare, accudire al prestito e alla vita del libro, trasformandosi in questo modo nel migliore alleato di autori ed editori. Imporre ora alle biblioteche di pagare una tariffa per prestare i libri – cioè a dire per rendere un servizio pubblico di prim'ordine – è, più che un'assurdità, un'indecenza.
(Questo testo segue nello spirito e nella lettera quello dei bibliotecari spagnoli che per primi si sono mobilitati sullo stesso tema costituendo un comitato indipendente)
FIRMATARI
Gruppo Bibl'aria
Sabba
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Dinanzi alla conseguente eventuale introduzione anche in Italia di norme per cui siano percepiti diritti economici dai prestiti di libri effettuati nelle biblioteche pubbliche, noi sottoscritti firmatari vogliamo esprimere la nostra più energica opposizione a una misura che snaturerebbe un presidio fondamentale della libera circolazione della conoscenza e ricadrebbe di per sé e inevitabilmente sui già esigui bilanci delle biblioteche (già stremati dai tagli alla spesa pubblica in cultura) che lo garantiscono.
Che gli autori, per il fatto che i loro libri si possono leggere gratuitamente nelle biblioteche, perdano acquirenti, è una pura bugia. E' vero il contrario: le biblioteche fanno conoscere i loro libri, li promuovono e permettono che rimangano in circolazione per anni, quando nelle librerie - nel migliore dei casi - durano soltanto alcuni mesi. Ed è proprio questo che permette di mantenere viva la presenza di molti autori che altrimenti scomparirebbero dal panorama letterario quasi completa- mente!
D'altra parte, le biblioteche, tanto con la loro attività principale quanto con le loro molte attività secondarie (organizzazione e seguito di gruppi di lettura, seminari, presentazioni, conferenze, mostre, incontri con autori, ecc.), favoriscono e sostengono l'amore per la lettura più di qualsiasi altra istituzione pubblica o privata, e tutto ciò va direttamente a vantaggio degli autori.
Quando una biblioteca compera un libro, non soltanto corrisponde i relativi diritti d'autore, ma in aggiunta investe spazio, tempo e risorse nel catalogare, accudire al prestito e alla vita del libro, trasformandosi in questo modo nel migliore alleato di autori ed editori. Imporre ora alle biblioteche di pagare una tariffa per prestare i libri – cioè a dire per rendere un servizio pubblico di prim'ordine – è, più che un'assurdità, un'indecenza.
(Questo testo segue nello spirito e nella lettera quello dei bibliotecari spagnoli che per primi si sono mobilitati sullo stesso tema costituendo un comitato indipendente)
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